Moscato bianco: informazioni generali

informazioni generali gestite da Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante - CNR
come citare questa fonte Schneider A., Ruffa P., Raimondi S., 2013. Moscato bianco. In: Italian Vitis Database, www.vitisdb.it, ISSN 2282-006X
ringraziamenti Ager Foundation, Regione Piemonte
informazioni botaniche
nome
Moscato bianco
tipo di origine
spontanea
specie
Vitis vinifera
gruppo di varietà
non disponibile
genere
Vitis
sottospecie
sativa
vitigno da
vino
codice
IVD-var_141
registrazione
iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti
si
codice
153
nome ufficiale
Moscato bianco B.
sinonimi
sinonimi ufficiali (4)
sinonimi riportati nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite
  • Muscat à petit grains blancs (FRA)
  • Moscatel de grano menudo (ESP)
  • Gelber Muskateller (DEU)
  • Muscat de Chambave (Valle d'Aosta)
sinonimi accertati (8)
sinonimi accertati dall'Istituzione che compare con eventuale supporto bibliografico
  • Muscat à petit grains blancs (FRA)
  • Moschato aspro (GRC)
  • Moscatel de grano menudo (ESP)
  • Tamianka (BGR)
  • Muscat de Chambave (Valle d'Aosta)
  • Moscato di Noto (Sicilia)
  • Moscatello di Taggia (Ponente ligure)
  • Moscato di Trani (Puglia)
cloni omologati (17)
immagini
  • germoglio
    germoglio
  • foglia
    foglia
  • grappolo
    grappolo
  • acino
    acino
Riferimenti storici

E’ indubbio che i “Moscatelli” (Muscatelli o Nuscatelli) sono tra i primi vini ad essere citati in Italia, così come in molti altri paesi viticoli. Uno dei più antichi riferimenti ai moscatelli in Italia (Pier de Crescenzii, ca. 1300) è coevo di un documento piemontese del 1303 che, riferendosi a Canale d’Alba (CN), cita un “bono e puro vino moscatello” insieme a un altrettanto “bono e puro vino nebiolio” (Comba e Dal Verme, 1990). Tra il 1300 e il 1400 le segnalazioni in tutto il Piemonte si fanno sempre più fitte, e si estendono alla vicina Valle d’Aosta (Comba e Dal Verme, 1990), mentre nell’entroterra di Taggia (in provincia di Imperia) si produceva un celebre moscatello commerciato via mare sicuramente del 1416 e ben presto destinato ai mercati di Gran Bretagna e Fiandre (Carassale, 2002).

Ovviamente non abbiamo prova di quale fosse il muscatel alla base di quei vini, ma è abbastanza probabile che proprio il Moscato bianco fosse il vitigno moscato all’epoca più diffuso sulle sponde settentrionali del Mediterraneo e nelle entroterre temperato-fresche, mentre il Moscato di Alessandria o Zibibbo, termicamente più esigente, prevaleva lungo le coste meridionali e nelle isole.

diffusione & variabilità

Diffuso da tempo immemorabile in moltissime aree viticole del Mediterraneo, in Italia il Moscato bianco è alla base di numerose denominazioni d’origine sia in Piemonte (dove occupa più del 20% della superficie vitata e dà origine ai ben noti DOCG Asti spumante e Moscato d’Asti) che in altre regioni italiane (Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Toscana, Puglia, Sicilia, Sardegna). Se ne conoscono forme mutate per il colore della bacca (rosa, rossa o nera), sebbene siano coltivate solo come curiosità.

Il Moscato rosa trentino (Rosen muskateller) è un genotipo distinto e non deve essere confuso con la mutazione colorata del Moscato bianco. Talora frammisto nei vigneti al Moscato bianco, il Moscato giallo è anch’esso un vitigno differente, così come diverso è il Moscatello selvatico coltivato in Puglia. Il cosiddetto Moscato reale, presente anch’esso nell’estremo sud est della penisola, è da identificarsi invece con il Moscato bianco, e sono a base di Moscato bianco vini come il Moscatello di Montalcino, il Moscato d’Abruzzo, di Siracusa e di Noto, di Tempio Pausania, di Chambave.

Tra le denominazioni utilizzate all’estero ricordiamo: Muscat à petits grains blancs, Muscat de Frontignan (Francia), Moscatel de grano menudo, Moscatel morisco (Spagna), Moscatel galego (Portogallo), Gelber Muskateller (Germania), Moschato aspro (Grecia), Tamianka o Tamijoasa (Est Europa), White Muscat, Frontignac, Brown muscat (Nuovo mondo).

 

 

utilizzazione tecnologica

 

E’ una delle varietà con il più alto contenuto di composti terpenici nelle uve; il Moscato bianco viene perciò abitualmente impiegato per la produzione di vini con elevato residuo zuccherino, che consente di esaltare l’aromaticità e di non far emergere la tipica sensazione amara di questi vini quando fermentati fino all’esaurimento degli zuccheri. Le versioni secche sono infatti molto rare (Muscat de Chambave), mentre riveste una grande importanza la tradizionale produzione di spumanti dolci con rifermentazione in autoclave.

 

bibliografia (3)
autori anno titolo rivista citazione
Carassale A. 2002 L' ambrosia degli dei. Il Moscatello di Taggia. Alle radici della vitivinicoltura ligure Atene edizioni, Arma di Taggia.
Comba R., Dal Verme A. 1990 Repertorio di vini e vitigni diffusi nel Piemonte medievale Vigne e vini nel Piemonte medievale. Ed. L'Arciere, Cuneo.
de Crescentiis P. 1309 Opus ruralium commodorum Ristampa anastatica dell'edizione di Strasburgo del 1486. Biblioteca internazionale "La Vigna", Vicenza.
aggiornamento 25/11/2016 09:04:27 (7 anni fa)