Albana: informazioni generali

informazioni generali gestite da Dipartimento di Scienze Agrarie - Università degli Studi di Bologna
come citare questa fonte Filippetti I., Pastore C., Fontana M. 2015. Albana In: Italian Vitis Database, www.vitisdb.it, ISSN 2282-006X
informazioni botaniche
nome
Albana
tipo di origine
spontanea
specie
Vitis vinifera
gruppo di varietà
non disponibile
genere
Vitis
sottospecie
sativa
vitigno da
vino
codice
IVD-var_231
registrazione
iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti
si
codice
004
nome ufficiale
Albana
sinonimi
nessun sinonimo disponibile per Albana
cloni omologati (7)
immagini
  • germoglio
    germoglio
  • foglia
    foglia
  • grappolo
    grappolo
Riferimenti storici

Anche se negli ultimi decenni è stata piuttosto trascurata, probabilmente l’Albana è il vitigno che più caratterizza la Romagna, visto che solo in quest’area è in grado di esprimere al meglio le sue potenzialità. A prescindere dalle leggende che legano l’Albana a Galla Placidia, la prima testimonianza documentale certa della sua presenza e coltivazione in Romagna ci viene da Pier De Crescenzi, che nel 1300 parlando delle “diverse specie di viti” e in particolare delle “migliori” così si esprime: “è uva bianca, un poco lungo abbiente il granello, e fa assai grandi grappoli e spessi e lunghi… le sue granella molto son colorate dal sole, e molto tosto la sua maturità si compie, ed è assai dolce in sapore”.

Più tardi anche il Tanara (1654) descrive l’Albana: “La qualità poi naturale dell’uva si deve molto considerare perché l’Albana pare che tenga il primo luogo in far vino delicato”.

Nell’Ottocento la fama di certi vini si poteva desumere anche da alcuni componimenti poetici, come è il caso del ditirambo “Il Bacco in Romagna” dell’abate Piolanti, in cui troviamo anche un riferimento all’Albana: “Voglio aspergermi le labbra col buon vino di Bertinoro, che biondeggia come l’oro e giocondo fa ogni cor” (Piolanti, 1818).

Nella seconda metà dell’800 si trovano diverse citazioni tecniche in merito all’Albana. Negli Annali di Viticoltura ed Enologia Italiana (1873) viene descritta la viticoltura del Circondario di Cesena, che produceva all’epoca circa trentaseimila ettolitri di vino, e fra i vitigni presenti l’Albana era al primo posto.

Il Pulliat (1874) ci fa notare che gli antichi agricoltori del Bolognese erano più razionali di quelli del suo tempo, poiché tenevano l’Albana a taglio corto anziché maritarla agli alberi.

Il prof. Grandi nel Bullettino ampelografico (vol. X) nel 1879 scrive: “L’albana coltivata nella collina ed in terre calcari-silicee tende al tipo dei vini aromatici e liquorosi, perché ricca di sostanze zuccherine e mancante d’acidi e di fermento, quindi il vino risulta quasi sempre dolce; col tempo acquista un sapore suo particolare. Può chiamarsi vino tipo del circondario di Cesena perché nessuno s’occupa a fare altri vini, fuorchè col nome di albana e di albanella di vigna e del piano”.

Da quanto riferito, traspare come, nei secoli, i diversi Autori che si sono occupati dell’Albana abbiano spesso evidenziato la predilezione dell’Albana per certi ambienti, e nel primi decenni del Novecento, Mariano Savelli, del Regio Laboratorio Autonomo di Chimica Agraria di Forlì (Annuario 1922-1933), sintetizza perfettamente questo aspetto: “I luoghi di Romagna ove l’Albana si coltiva, … sono: le colline di Dozza (Imola), di Riolo, di S.Lucia delle Spianate nel Faentino, di Terra del Sole e Castrocaro, di Bertinoro, di Cesena, di Longiano e Montiano. Tutta questa zona che trovasi ad una pressoché identica latitudine ed appartiene ad una stessa epoca geologica, evidentemente racchiude tuttora in se stessa il segreto della sua peculiare attitudine produttiva; infatti la sua profondità è minima, non oltrepassando mediamente in linea retta quella di 2-3 chilometri, e tutti i tentativi fatti per l’impianto di vigne d’albana oltre i limiti di questa zona, sono rimasti infruttuosi; il vino che ne risulta perde il color d’oro, l’odore e la morbidezza, confondendosi con un ottimo vino bianco comune”.

diffusione & variabilità

La variabilità intra-varietale di questo vitigno è stata spesso evidenziata dagli studiosi del passato; tra questi il Molon (1906), che riporta la presenza di diverse tipologie di Albana (es. Albana della forcella). Cosmo e Polsinelli (1952-1960), però, hanno ribadito l’unicità del vitigno, confermata anche dai risultati delle indagini di selezione clonale condotte su questo vitigno negli anni ’70 presso l’Università di Bologna (Faccioli e Marangoni, 1971; Intrieri et al., 1992).

Attualmente i cloni omologati di Albana sono sette e sei di questi risalgono a quel periodo.

 

Le principali aree di coltivazione dell’Albana in Emilia Romagna sono comprese tra le province di Forlì-Cesena, Ravenna e Bologna e gli ettari vitati ammontano a circa 1400 ettari (ISTAT-Censimento Agricoltura, 2010), con una riduzione quasi del 50% rispetto al censimento precedente (ISTAT, 2000).

utilizzazione tecnologica

Le uve di Albana vengono vinificate per ottenere vini fermi, tradizionalmente consumati nelle zone di produzione. L’evoluzione della tecnica enologica da un lato ha consentito di migliorare le caratteristiche organolettiche di questi vini, evitando i problemi di limitata conservabilità che in passato si riscontravano e dall’altro ha reso possibile la produzione di vini passiti, ottenuti vinificando uve disidratate in fruttaio o lasciate appassire in vigna.

I vini Albana presentano un profilo olfattivo piuttosto intenso, con note fruttate prevalenti, ed un profilo gustativo caratterizzato da una buona struttura.

 

L’Albana di Romagna DOCG può essere prodotta nelle tipologie secco, dolce e passito ed inoltre, seppur poco diffusa, è presente anche la tipologia spumante DOC. 

bibliografia (8)
autori anno titolo rivista citazione
Cosmo I., Polsinelli M. 1957 Albana. In: Principali Vitigni da vino coltivati in Italia. Ministero Agricoltura e Foreste, Roma
De Crescenzi P. 1851 Trattato della agricoltura. 1300 Traslato dalla favella fiorentina dallo ‘N ferigno. Verona, Tip. Vicentini e Franchini
Faccioli F., Marangoni B. 1971 Selezione clonale dei vitigni romagnoli. L'Italia Agricola, 108,7; 1-32
ISTAT 2010 Censimento generale dell'Agricoltura -
Ministero d’Agricoltura, Industria e Commercio 1879 Bullettino Ampelografico, fascicolo X. Tipografia Eredi Botta, Roma
Molon G. 1906 Ampelografia. Ulrico Hoepli, Editore Libraio della Real Casa, Milano.
Pulliat V. 1874 Le Vignoble, ou Histoire, culture et description avec planches coloriées des vignes à raisins de table et à raisins de cuve les plus généralement connues... 9 Parigi, Masson, 1874-1879
Tanara V. 1644 L’economia del cittadino in villa. Edizione del 1674 stampata “appresso Steffano Curti”, Venezia.
aggiornamento 14/06/2015 15:00:13 (8 anni fa)