Ciliegiolo: informazioni generali

informazioni generali gestite da Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali (DiSAAA-a) - Università di Pisa
come citare questa fonte Scalabrelli G., D'Onofrio C., 2013. Ciliegiolo. In: Italian Vitis Database. www.vitisdb.it ISSN 2282-0062010
informazioni botaniche
nome
Ciliegiolo
tipo di origine
spontanea
specie
Vitis vinifera
gruppo di varietà
non disponibile
genere
Vitis
sottospecie
sativa
vitigno da
vino
codice
IVD-var_6
registrazione
iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti
si
codice
62
nome ufficiale
CILIEGIOLO N.
sinonimi
sinonimi ufficiali (1)
sinonimi riportati nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite
  • Morettone
sinonimi accertati (3)
sinonimi accertati dall'Istituzione che compare con eventuale supporto bibliografico
cloni omologati (5)
immagini
  • germoglio
    germoglio
  • germoglio pagina superiore
    germoglio pagina superiore
  • germoglio pagina inferiore
    germoglio pagina inferiore
  • gemma
    gemma
  • foglia
    foglia
  • foglia pagina superiore
    foglia pagina superiore
  • foglia pagina inferiore
    foglia pagina inferiore
  • seno peziolare
    seno peziolare
  • grappolo
    grappolo
  • acino
    acino
  • vinacciolo
    vinacciolo
Riferimenti storici

Recenti studi molecolari hanno evidenziato che questo vitigno ha un rapporto diretto di parentela (tipo genitore-figlio) con il Sangiovese e Moscato violetto (Vouillamoz et al., 2001, 2004; Di Vecchi et al., 2007; Cipriani et al., 2010).

Il Soderini (1590) descrive il “Ciregiuolo dolce” nel modo seguente: è un vitigno con grappoli lunghi e radi, il granello grasso più peloso che ogni altra sorte di uve che siano, il sapore suo è dolce ed odorifero e così rende il vino; fa bene in paesi e terre calde. Breviglieri e Casini (1964) sostengono che non è facile verificare se si tratta della cultivar in descrizione come il Salvadori aveva invece sostenuto. Il Micheli (1679) descrive una “Ciliegiona rossa tonda di Spagna” che però ha acini di color «rosso bello» ed un'altra "Ciliegiona tonda di Spagna" con acini di forma diversa, che non appaiono corrispondere al vitigno attualmente conosciuto. In mancanza di riferimenti precisi la sua presenza in Italia ed in particolare in Toscana, viene fatta risalire intorno al 1870. Secondo il Racah (1932) sarebbe stato portato dai pellegrini di ritorno dal Santuario di S. Giacomo di Compostella. Questa ipotesi non ha trovato successiva conferma in quanto ricerche effettuate da Bruni (1947) in Spagna hanno dato esito negativo.
Il vitigno venne descritto da Marzotto (1925), De Astis (1937), Dalmasso (1946) e più dettagliatamente da Cosmo (1948) in un saggio ampelografico comparativo con altri vitigni quali il Montepulciano, il Canaiolo e il Sangiovese, in quanto spesso veniva confuso con il Sangiovese.
La descrizione più completa è quella di Breviglieri e Casini (1964).

diffusione & variabilità

Diffusione

In Toscana è presente soprattutto in Maremma, in minor misura è coltivato anche in Liguria, Emilia-Romagna, Marche, Lazio, Umbria, Abruzzo, Molise, Basilicata, Sicilia. La superficie coltivata è notevolmente diminuita dal 1982 ad oggi, passando da oltre 6000 ha agli attuali 1600.

 

Italia

Sup (ha)

 

 

1970

3.537

 

 

1982

6.034

 

 

1990

5.636

 

 

2000

3.076

 

 

2010

1.601

 

 

 

 

 

 

Toscana

DOC/DOCG

Altri vini

Totale

1982

1.426

1.400

2.826

1990

 

 

1.407

2000

102

666

768

2008

 

 

327

 

 

Caratteristiche agronomiche

L’epoca di germogliamento è più tardiva del Sangiovese, presenta inoltre una minore fertilità della gemme basali, che lo rendono meno adatto alla potatura corta. Il vitigno presenta elevata vigoria e grappoli di media o grossa dimensione con acini piuttosto grossi che spesso risultano compatti. Si adatta a diversi ambienti, dando tuttavia i migliori prodotti in terreni collinari non troppo fertili e in climi temperato-caldi e asciutti, dove è possibile ottenere un equilibrio vegeto-produttivo ottimale. Nei riguardi delle fisiopatie si presenta mediamente sensibile alla peronospora e al marciume acido, risente particolarmente degli attacchi di muffa grigia e del vento. Tollera discretamente l'oidio, il mal dell’esca e la siccità. In passato era frequentemente coltivato insieme al Sangiovese e ciò rappresentava una limitazione in quanto invaiatura e matura più precocemente.

utilizzazione tecnologica

Viene utilizzato esclusivamente per la vinificazione e in passato era localmente utilizzato per il consumo diretto per la sua precocità. Talvolta può difettare di acidità, in quanto di norma viene raccolto a maturazione avanzata: ciò è spesso motivato dal fatto che presenta un ritardo della maturazione fenolica dei vinaccioli che costringono a vendemmiare più tardi. Per tali caratteristiche si presta molto bene all’assemblaggio con altri vini. In purezza può fornire prodotti di buon livello qualitativo dotati di ottima tenuta all'affinamento.
In precedenti descrizioni veniva indicato come vitigno povero di polifenoli. I risultati delle nostre analisi indicano, invece, una ricchezza fenolica spesso superiore al Sangiovese abbinata a una buona ricchezza antocianica caratterizzata anche da elevata presenza di malvidina che ne aumenta la stabilità del colore. Posto in terreno povero e se ben regolato nella produzione fornisce vini molto strutturati, come in Maremma toscana, nelle Colline Pisane e presso San Gimignano, dove un ristretto numero di aziende che possiedono condizioni ecopedologiche peculiari riescono a produrre vini giovani e vini da affinamento di buona qualità. Inoltre, viene destinato con successo alla preparazione del vino "novello toscano".
Il vitigno è utilizzato per la produzione di vini DOP e IGP provenienti da uve raccolte nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Sicilia, Toscana e Umbria, in particolare si ricordano: “Colli Lucchesi”, “Colli di Luni”, “Morellino di Scansano”, “Montecucco”, “Monteregio di Massa Marittima”, “Maremma”, “Parrina”, “Toscana”, “Sovana”, e “Golfo del Tigullio”.

bibliografia (12)
autori anno titolo rivista citazione
Breviglieri N., Casini E. 1963 Ciliegiolo Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste - Principali vitigni da vino coltivati in Italia - Volume II
Bruni B. 1947 Il problema ampelografico ed il caso del Ciliegiuolo. L’Italia Agricola (2)
Cipriani G., Spadotto A., Jurman I., Di Gaspero G., Crespan M., Meneghetti S., Frare E., Vignani R., Cresti M., Morgante M., Pezzotti M., Pe E., Policriti A., Testolin R. 2010 The SSR-based molecular profile of 1005 grapevine (Vitis vinifera L.) accessions uncovers new synonymy and parentages, and reveals a large admixture amongst varieties of different geographic origin TAG Theoretical and Applied Genetics 121:1569-1585
Cosmo I. 1948 Indagine ampelografica comparativa Rivista di Viticoltura e di Enologia n. 4, Aprile - Conegliano
Dalmasso G. 1946 Uve da vino - Vitigni rossi Roma
De Astis, G. 1937 Rassegna e revisione dei vitigni coltivati in Toscana. Progresso Vinicolo di Firenze, XV. Firenze
Di Vecchi-Staraz M., Bandinelli R., Boselli M., Patrice T., Boursiquot J.M., Laucou V., Lacombe T. 2007 Genetic Structuring and Parentage Analysis for Evolutionary Studies in Grapevine: Kin Group and Origin of the Cultivar Sangiovese Revealed Journal of the American Society for Horticultural Science 132(4): 514–524
Marzotto N. 1925 Uve da vino voll. I-II, Tipografia Commerciale, Vicenza.
Micheli P. A. 1679 Manoscritti 1679-1737 - Enumeratio quarundam plantarum sibi per Italiam et Germaniam observatorum in acta Turnefortii metodum dispositarum. Tom. VIII, M.S., s.d., (b). (Inv. Istituto di Botanica 2646).
Racah V. 1914 Il Ciliegiuolo L'Italia Agricola, N. 9 - Roma
Soderini G. V. 1590 Trattato della coltivazione delle viti e del frutto che se ne può cavare Edizione del 1622, Giunti Ed. Firenze.
Vouillamoz J.F. , Monaco A., Costantini I., Stefanini M., Scienza A., Grando S. 2007 The parentage of 'Sangiovese', the most important Italian wine grape Vitis 46 (1), 19–22
aggiornamento 01/11/2016 13:14:49 (7 anni fa)