Fumin: informazioni generali

informazioni generali gestite da Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante - CNR
come citare questa fonte Schneider A., Ruffa P., Raimondi S., 2013. Fumin. In: Italian Vitis Database, www.vitisdb.it, ISSN 2282-006X
ringraziamenti Ager Foundation
informazioni botaniche
nome
Fumin
tipo di origine
spontanea
specie
Vitis vinifera
gruppo di varietà
non disponibile
genere
Vitis
sottospecie
sativa
vitigno da
vino
codice
IVD-var_91
registrazione
iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti
si
codice
89
nome ufficiale
Fumin N.
sinonimi
nessun sinonimo disponibile per Fumin
cloni omologati
immagini
  • germoglio
    germoglio
  • foglia
    foglia
  • grappolo
    grappolo
  • acino
    acino
Riferimenti storici

Secondo Vouillamoz e Moriondo (2011) il primo riferimento scritto al Fumin risale al 1785, quando con il nome di “Fumen” compare in un registro di cantina a Gressan, nella media valle. Malgrado la citazione non sia particolarmente remota, parrebbe la prima facente riferimento ad un vitigno ad uva nera valdostano. Di lì a poco anche Gatta (1838) menziona e descrive alquanto sommariamente il Fumin, all’epoca intensamente coltivato nella media ed alta valle, soprattutto lungo il versante rivolto a nord. Per le caratteristiche del vino che se ne ottiene, assai ricco di colore e struttura tanto da necessitare un affinamento di non meno di tre anni, Gatta ascrive il Fumin “al gruppo delle Frese” (Freisa), sinonimia però definitivamente smentita da Dalmasso e Reggio (1964) che riportano la prima dettagliata descrizione ampelografica del Fumin. Il nome Fumin deriverebbe dall’abbondate pruina che ricopre l’acino e che darebbe un effetto come di fumo (Vouillamoz e Moriondo, 2011).

L’origine del Fumin è sconosciuta, ma analisi genetiche lo fanno ritenere fratello del Petit rouge, originato cioè dagli stessi genitori (ancora sconosciuti o forse scomparsi), e ascendente diretto del Vuillermin (Vouillamoz e Moriondo, 2011), un vitigno locale aostano oggi pochissimo coltivato, che in effetti ricorda morfologicamente il Fumin.

diffusione & variabilità

A fine Ottocento il Fumin aveva un’importanza colturale rilevante nella media valle, dove arrivava ad occupare il 30% dei vigneti ad Aymavilles, Gressan e Jovençan (Di Rovasenda, 1877), località situate all’enver (il versante della valle con esposizione nord), per via della sua rusticità e resistenza al freddo. Dopo l’intenso abbandono della viticoltura valdostana nel Novecento, il Fumin vede negli ultimi anni un crescente interesse e si sta diffondendo nei vigneti della media valle da Villeneuve a Saint-Vincent anche all’adret, sui pendii rivolti a sud (Moriondo, 1999), con una superficie che nel 2010 raggiungeva i 30 ha (6% del vigneto regionale) (Anderson e Aryal, 2013).

utilizzazione tecnologica

Il Fumin è esclusivamente usato per la vinificazione in assemblaggi soprattutto con Petit rouge, cui apporta colore e struttura, ma anche in purezza, offrendo vini intensamente colorati, assai ricchi di corpo e bisognosi di affinamento per spogliarsi della ruvidezza ed acquistare rotondità, ma non privi di note olfattive speziate ed originali.

bibliografia (6)
autori anno titolo rivista citazione
Anderson K., Aryal N. 2013 Database of Regional, National and Global Winegrape Bearing Areas by Variety, 2000 and 2010. Wine Economics Research Centre, University of Adelaide.
Dalmasso G., Reggio L. 1964 Fumin Principali vitigni da vino coltivati in Italia. Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste, Volume III.
Di Rovasenda G. 1877 Catalogo dei vitigni attualmente coltivati nella provincia di Torino con un cenno delle proporzioni nella loro coltivazione compilato sulle indicazioni fornite da ciascun comune alla Commissione ampelografica provinciale. In: Bullettino ampelografico, fascicolo VIII. Tip. Eredi Botta (Roma).
Gatta L. F. 1838 Saggio intorno alle viti ed ai vini della Valle d'Aosta Ristampa 1971. F.lli Enrico editori. Aosta.
Moriondo G. 1999 Vini e vitigni autoctoni della Valle d'Aosta Institut Agricole Régional. Aosta.
Vouillamoz J.F., Moriondo G. 2011 Origine des cépages valaisans et valdôtains. Ed. du Belvédère, Fleurier, CH
aggiornamento 25/06/2015 13:49:29 (8 anni fa)