Calabrese: informazioni generali

informazioni generali gestite da Regione Siciliana - Assessorato delle Risorse Agricole e Alimentari - Dip. Interventi Infrastrutturali per l'Agricoltura - Centro per l'Innovazione della Filiera Vitivinicola UOS Marsala Dipartimento di Scienze Agrarie ed Ambientali - Università degli Studi di Milano Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali - Università degli Studi di Palermo
  • Ansaldi Giacomo
  • Barbagallo Maria Gabriella
  • Brancadoro Lucio
  • De Lorenzis Gabriella
  • Di Lorenzo Rosario
  • Falco Vito
  • Fici Giuseppe
  • Gagliano Franco
  • Marino Gregorio
  • Monteleone Giuseppe
  • Pisciotta Antonino
  • Scienza Attilio
come citare questa fonte Ansaldi G., Barbagallo M. G., Brancadoro L., De Lorenzis G., Di Lorenzo R., Falco V., Fici G., Gagliano F., Marino G., Monteleone G., Pisciotta A., Scienza A., 2015. Calabrese. in: Italian Vitis Datababase, www.vitisdb.it. ISSN 2282-006X
ringraziamenti Regione Sicilia, Ager Foundation
informazioni botaniche
nome
Calabrese
tipo di origine
spontanea
specie
Vitis vinifera
gruppo di varietà
non disponibile
genere
Vitis
sottospecie
sativa
vitigno da
vino
codice
IVD-var_349
registrazione
iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti
si
codice
46
nome ufficiale
Calabrese N.
sinonimi
sinonimi ufficiali (5)
sinonimi riportati nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite
cloni omologati (5)
immagini
  • germoglio
    germoglio
  • foglia
    foglia
  • grappolo
    grappolo
  • acino
    acino
  • vinacciolo
    vinacciolo
Riferimenti storici

Il vitigno Calabrese nero è iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Viti ed ha come sinonimo riconosciuto per la Regione Sicilia il nome di Nero d'Avola. Tale sinonimo con il quale era riconosciuto in passato non si riferisce alle sue origini, ma alla fama che avevano in passato i vini calabresi. Il vitigno era noto in Sicilia fin dalla fine del 1696 da Cupani ed era giudicato molto bene per la buona qualità della sua uva da vino ed era compreso in un gruppo di varietà dette “Calavrisi” o “Cababrisi”, con un aggettivazione di provenienza come Palermo, Avola, o di colore (niuro). Alla fine dell’800 nel Bollettino Ampelografico compaiono le prime descrizioni di alcuni Calabresi (dolce, d’Avola, di Leofonte, etc.) e si ipotizza un’altra origine del nome, da “colaurisi”, “colaulisi”, “calavrisi” dove calea sta per uva (dialettale di “racina” in siciliano) ed aulisi per Avola , nella denominazione popolare e quindi Calaurisi o Calaulisi e da questo Calvrisi divenuto Calabrese probabilmente perché con il termine Calabrese si indicava un tipo di vino ottenuto lavorando le uve con il metodo calabrese e che veniva prodotto e commercializzato in differenti tipologie nella Sicilia orientale. L’ipotesi che l’origine del nome Calavrisi sia da legare alla città e isola della Grecia di Calauria da cui il vitigno sarebbe stato importato, non è sufficientemente suffragata. I territori di elezione per la coltivazione di questo vitigno erano quelli di Pachino e Vittoria, che producevano vini molto richiesti dal Midì della Francia nel periodo della crisi fillosserica, che li spediva successivamente nel Bordolese, sotto la denominazione di vino di Pachino. Il Sangiovese toscano ha come sinonimo il nome di Calabrese, forse per la sua origine antica. Cancilia (2004) afferma, “a metà del Cinquecento la qualità di uva più diffusa in Sicilia appare comunque il Mantonico mentre rari erano Moscatello Guarnacca, Calabrese e Malvasia” Cupani (1696) descrive un vitigno Calavrisi che il Sestini (1812) lo definisce “uva che produce ottima qualità di vino” e lo ritiene essere il Calabrese della Toscana che altro non è che una specie di Aleatico. Il De Maria (1754) nell’elenco delle varietà coltivate in Sicilia, riporta il Calabrese. Il Landolina-Nava (1802) descrivendo il vino Calabrese prodotto nel territorio di Siracusa dice: “il vero Calabrese si tira da due sorti di uva, una chiamata Calabrese la quale porta l’odore di viola, l’altra chiamata Vernaccia nera , e questa lo rende delicato”. Acerbi (1825) nel “Catalogo delle uve ne contorni di Termini” descrive una varietà Calavrisi niuru: “foglia quinquelobata con denti irregolari, cotonosa di un verde cupo. Acino bislungo, nero, di grossezza quasi uguale. Grappoli solitari. Gran quantità di cirri.” Mendola (1868) riporta nella Collezione un Nero d’Avola di Siracusa, per vino ordinario e di consumo e un Calabrese o Calavrisi d’Avola che descrive come nero dolcissimo, più precoce degli altri Calabresi e che da vini robusti e che considera appartenente, ma diverso, ai gruppi dei Niureddi. Il Di Rovasenda (1877) riporta nel Catalogo un Nero d’Avola, e diversi calabresi fra cui il Calabrese o Calavrisi d’Avola. Alla fine dell’800, comunque, il Nero d’Avola si diffonde in tutte le province siciliane,come emerge dai Bollettini Ampelografici (1883) della provincia di Caltanissetta, Girgenti e Palermo, anche se in alcuni comuni della provincia di Siracusa continua a rappresentare quasi l’unico vitigno coltivato (Carpentieri, 1922). Nei suddetti Bolletini vengono riportati sotto i nome Calabrese e Nero d’Avola molte accessioni il che fa pensare che in realtà si tratta di una ampia popolazione di biotipi e che con il termine Calabrese si indicassero diverse varietà. Recenti studi molecolari (Carimi et al., 2011) confermano tale ipotesi avendo dimostrato che sotto il nome Nero d’Avola e/o Calabrese sono indicati diversi biotipi alcuni forse cloni ma altri certamente ben distinti ed appartenenti ad entità genetiche differenti.

 

diffusione & variabilità

Il Nero d’Avola è sicuramente il vitigno a bacca rossa più importante della Sicilia. Se un tempo era intensamente coltivato soprattutto in provincia di Siracusa, oggi è presente in modo esteso in tutte le provincie siciliane e rappresenta il vitigno più coltivato nelle provincie di Agrigento, Caltanissetta. Questo vitigno costituisce la base in alcune delle più importanti Denominazioni di Origine siciliane.

il Calabrese è diffuso per Ha 17.580,23 ha, corrispondente al 16,19% della superficie viticola regionale siciliana (Elaborazione Osservatorio Vitivinicolo Siciliano su Dati SIAN/AGEA 2012 da Ass.Reg. Risorse Agric. e Alimentari U.O. 30 OCM vitivinicola)

Il Nero d’Avola, in funzione della sua antica origine e della elevata superficie su cui è coltivato, presenta una significativa variabilità intravarietale a carico soprattutto degli aspetti morfologici e fisiologici delle uve. Questa è stata valutata per tutti i diversi aspetti utilizzati per la fenotipizzazione della varietà permettendo così di definire tre biotipi che si caratterizzano sia per aspetti morfologici, in special modo forma e dimensione del grappolo, sia per quelli ed agronomici ed enologici. Questi tre biotipi identificati come A, individuato nell’area della Sicilia centro meridionale, il biotipo B quello maggiormente diffuso sul territorio isolano ma identificato nella Sicilia occidentale ed infine il biotipo C proveniente dall’area viticola della Sicilia sud orientale

utilizzazione tecnologica

I vini sono in generale di buona gradazione alcolica, sostenuti da un’importante acidità fissa ed un pH piuttosto contenuto. Il quadro polifenolico evidenzia, per gli antociani totali, valori particolarmente elevati, il contenuto in polifenoli risulta buono, senza essere particolarmente elevato. Il vino è di colore rosso molto carico, il profumo è molto caratteristico, di particolare intensità e complessità. Si caratterizza per elevate percezioni fruttate di ciliegia, fragola e frutta matura, a queste seguono anche elevate note di pepe e sentori di vegetale fresco e speziato, in alcuni casi le note vegetali, mallo di noce, risultano preminenti caratterizzando in modo particolare i prodotti a base di Nero d’Avola. Al gusto il vino si presenta di struttura elevata, di buon equilibrio tra la componente alcolica e quella acida, l’impatto tannico non è mai aggressivo, ma può essere intenso dando al vino un gradevole lunghezza gustativa. La permanenza della percezione aromatica è elevata.

 

bibliografia (11)
autori anno titolo rivista citazione
Acerbi G. 1825 Delle viti italiane, ossia materiali per servire alla classificazione, monografica e sinonimia, preceduti dal tentativo di una classificazione delle viti. Vol. I -Ed. G. Silvestri - Milano
Cancilia O. 2004 La viticoltura tra il Medioevo ed Età Moderna Studi Garibaldini Anno IV - n. 3: 9-18
Carimi F., Mercati F., Abbate L., Sunseri F. 2010 Microsatellite analyses for evaluation of genetic diversity among Sicilian grapevine cultivars Genetic Resources and Crop Evolution 57:703–719
Carimi F., Mercati F., De Michele R., Fiore M.C., Riccardi P., Sunseri F. 2011 Intravarietal genetic diversity of the grapevine ( Vitis vinifera L.) cultivar ‘Nero d’Avola’ as revealed by microsatellite markers. Genetic Resources and Crop Evolution 58(7): 967-75
De Maria P.P. 1754 I grandi tesori nascosti nelle vigne, ritrovati con la singolare direzione di coltura che si usa in Sicilia in: A. Narbone - Bibliografia sicola sistematica - vol. 2, p. 24.
Di Rovasenda G. 1877 Saggio di una ampelografia universale. Tipografia Subalpina, Torino.
Landolina Nava S. 1802 Dell'antico vino Pollio siracusano. Lettera al signor cavaliere Andrea Zucchini e da questi comunicata al signor avvocato Lodovico Coltellini di Cortona. Bibl. Naz. di Napoli; Bibl. Comunale di Siracusa
Mazzei A. e Zappala A. 1964 Il Calabrese Principali vitigni da vino coltivati in Italia - Volume III, Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste
Mendola, A. 1868 Estratto dal catalogo generale della collezione di viti italiane e straniere radunate in Favara Tip. Parrino e Carini, Favara (AG). Annali di Viticoltura e di Enol., vol. II, 1874.
Ministero d’Agricoltura, Industria e Commercio 1883 Bullettino Ampelografico Fasc. XVI, Regia Tipografia D. Ripamonti, Roma.
Sestini D. 1991 Memorie sui vini siciliani, 1812. Palermo. Sellerio Editore.
aggiornamento 18/01/2016 11:17:22 (8 anni fa)